Dialogo tra un forcone e un non so

forkSui giornali e sul web si cerca di tracciarne un profilo per capirli e collocarli. Qualcuno li colloca a destra, molti li identificano con i pentastellati. Le opinioni non mancano ma non sono nemmeno tanto esaustive. Per capire ci sono andato a parlare…Rallentano l’uscita autostradale consegnando dei volantini. Ne prendo uno e lo leggo, ecco il testo (intregrale):

 

 

BASTA CON I CRIMINI DI STATO E CON

QUESTO GOVERNO DELLE BANCHE !

BASTA CON QUESTO PARLAMENTO ABUSIVO

BASTA CON LE PENSIONI E GLI STIPENDI D’ORO

basta con questa politica marcia, ladra cialtrona e corrotta deve

andarsene

NO A QUESTA UNIONE EUROPEA IN MANO ALLA BCE

NO ALL’EURO-NO ALL’INFAME TRATTATO DI LISBONA

NO A QUESTE TASSE CRIMINALI E ASSASSINE

NO ALL’IMU

EQUITALIA=CRIMINI DI STATO

dobbiamo assolutamente uscire da questa Unione Europea in mano alle famiglie 

Rotschild e Rockefeller padroni del falso e mostruoso debito pubblico

RITORNIAMO ALLA LIRA E RIPRENDIAMOCI LA

NOSTRA SOVRANITA’ POLITICA E MONETARIA

chiediamo le dimissioni del Capo dello Stato, del

governo e di tutti i parlamentari che hanno bruciato

e stracciato la nostra Carta Costituzionale.

Né destra, né sinistra ma solo DEMOCRAZIA

DIRETTA

Onda Calabra per una Giustizia Giusta

Ad una prima lettura pensavo fosse scesa in strada una qualche parodia delle proteste su internet, per intenderci qualcosa tipo “siamo la gente il potere ci temono” che ironizzano sui modi populisti con cui alcuni personaggi e relativi movimenti, raccolgono consensi tra il popolo incauto della rete per poi vendere libri e DVD.

Mi guardo attorno, vedo diversi manifestanti, 30 al massimo, la polizia, megafoni, cartelli. Capisco che non è una parodia. Queste persone non scherzano, sono lì per esprimere davvero il loro disagio sociale covato per chissà quanto tempo e giustamente esploso in questo drammatico periodo di crisi.

Mi avvicino chiedendo se posso fare qualche domanda su quello che ho letto nel volantino, mi rispondono cortesemente, così avvio un interessante dialogo dal quale cerco di comprendere non solo  le ragioni e i disagi che hanno alimentato la protesta, ma anche qual’è la loro matrice culturale comune che li ha predisposti a schierarsi nello stesso movimento.

Dalle prime battute capisco che non sono tutti completamente ignoranti e dichiaratamente di destra come qualcuno cerca di descriverli. Anzi la prima cosa che il mio interlocutore ci tiene a sottolineare è che non sono di destra e nemmeno di sinistra.

Entriamo nel dettaglio delle loro ragioni e iniziano  spiegandomi che questo parlamento è abusivo e deve andarsene. E’ abusivo, mi dicono, perché lo ha detto la Corte Costituzionale. Anche se faccio notare che la Corte ha dichiarato come incostituzionale le legge elettorale e non ha detto che il parlamento è abusivo. Per loro non cambia nulla: il parlamento è abusivo e devono andare tutti a casa! Questa è una presa di posizione netta e radicale, una parola d’ordine: tutti a casa!

“Abbiamo votato per Bersani, Berlusconi e Grillo”, mi dicono,  ”e ora ci troviamo al governo Letta e Alfano con Renzi che vuole comandare pure lui”. Questa non è democrazia, insistono: TUTTI A CASA!

Chiedo se secondo loro è realistico pensare che venga accolta questa proposta e che tutti i politici se ne vadano spontaneamente. E  se poi davvero se ne andassero tutti a casa cosa accadrebbe? Votiamo di nuovo, rispondono, con una legge elettorale che ci permette di scegliere i candidati. Provo a fargli notare che in ogni caso i partiti non sparirebbero e i grandi partiti che governano ora avrebbero sempre un certo consenso di voti tale da non toglierli dalla scena politica. Ma non si possono candidare, insistono, perché sono tutti condannati e c’è una legge che lo proibisce. Chiedo quale sia la legge  e se è vero che sono proprio tutti condannati, ma innesco  un dibattito tra di loro che non esaurisce la domanda. Ribadiscono di nuovo il loro concetto: tutti condannati, tutti a casa!

La domanda ovvia a questo punto, così come la risposta, è capire chi voterebbero in caso di elezioni anticipate. Solo il M5s accoglie le loro richieste ed è proprio lì che molti, anche se con una certa titubanza, orienterebbero il voto. Entrando più in dettaglio  sull’argomento degli ideali politici prima che nascesse il m5s  scopro, con poco stupore, che le lorosimpatie erano chiaramente per i partiti di destra. Ma anche la destra, dicono, a un certo punto è diventata parte del potere, del meccanismo autoritario che governa il mondo senza democrazia. Prima i suoi ideali erano buoni: la destra faceva interventi sociali, esclamano, così parte un breve elogio di Mussolini e le “sue” opere: ponti, bonifiche, laghi, dighe…

Ormai ho conquistato la loro fiducia, parlano più apertamente, così mentre una ragazza con un megafono dall’altro lato della strada inveisce contro politica, banche, unione europea e sindacati, provo a capire qual’è la loro classe sociale, sempre che ancora se ne possa parlare, chiedendo del loro lavoro. Così scopro che in linea di massima sono commercianti, piccoli imprenditori, partite iva, una borghesia benestante insomma, che prima della crisi stava bene ma che ora comincia a subirne gravemente gli effetti. Emblematico il caso di uno che ha due fratelli laureati a Roma, che ora non trovano lavoro, mentre lui con suo padre ha una azienda di impianti di climatizzazione che ha sempre meno commesse, meno lavoro, meno soldi.

Per molti di loro, forse per tutti, è la prima esperienza in manifestazioni di protesta, e sono scesi in strada perché non ce la fanno più, dicono, e per far capire alla gente che bisogna fermare questo governo delle banche. Chiedo dunque perché ce l’hanno con le banche e con l’Europa. Le televisioni, che sono in mano loro, spiegano, non dicono certe cose: la banca europea che dovrebbe essere pubblica è un ente privato, così come la banca d’Italia. E Sai cosa fa? Stampa i soldi e li presta agli stati all’1% di interesse, poi lo Stato li presta a noi con tassi fino al 7%, generando un debito che non potrà mai essere ripagato perché le banconote stampate sono sempre meno di quelle che servirebbero per  pagare il debito. Questo è il Signoraggio bancario. Non sai cos’è vero? perché appunto certe cose la televisione non le dice. Vai su internet e informati, cerca signoraggio primario e secondario c’è tutto! 

Non capisco, dico, quindi i soldi sono delle banche e non valgono niente? Ma anche parte della sinistra è critica contro l’Europa e la BCE perché non l’appoggiate? Perché la sinistra, rispondono, non ha mai messo in discussione la politica monetaria, forse perché anche loro fanno parte di questo sistema. La televisione, mi ripetono, non ne parla: vai su internet e cerca Giacinto Auriti, è lui, che era anche amico di Beppe Grillo, che ha spiegato il signoraggio e inventato una moneta, il simec, di proprietà popolare che era più efficiente delle altre, ma poi non lo hanno fatto continuare, adesso è morto: vai su internet e informati!

Ma allora, chiedo,  cosa c’entrano i Rotschild e i Rochefeller che avete scritto sul volantino? Non lo sai, mi spiegano, perché non vai su internet e non ti informi: sono loro i padroni! Sono loro che hanno inventato le banche e il sistema bancario che ci sta schiacciando. Sono la causa di tutto.Sono di origine ebrea, ecco perché Hitler ce l’aveva con gli ebrei. Sono stati sempre gli ebrei, quelli sionisti, che hanno finanziato la Germania nazista e poi l’America, il loro obiettivo era Israele. Poi ci sono gli ebrei non sionisti che considerano  Israele un regno satanico perché non ispirato da Dio: ma è un discorso complesso, affermano, se vuoi approfondire vai su internet!

Ma su internet si trovano anche cazzate, obietto, come faccio ad orientarmi?Devi stare attento ovviamente, mi spiegano, bisogna capire quello che devi cercare. Per esempio segui il sito losai.eu è l’unico che ti da qualche informazione seria. Vai su internet e informati, ma sbrigati, mi dicono, ora vogliono controllare anche internet, vogliono controllarci tutti: sono stato a Londra qualche tempo fa, è piena di telecamere, qualsiasi angolo è pieno di telecamere! Ci vogliono controllare in ogni momento e presto ci metteranno i microchip per sapere sempre dove siamo e cosa facciamo!

E’ da sottolineare il comportamento di polizia e carabinieri che presidiano  la manifestazione: mentre ero in fila al’uscita dell’autostrada mi sono messo a suonare il clacson e sono stato subito ripreso verbalmente da un poliziotto che mi ha detto di non fare confusione. Poi alcuni automobilisti dopo oltre mezzora in coda hanno provato a girarsi per riprendere l’autostrada e raggiungere qualche altra uscita, ma la polizia li ha intimati di non eseguire tale manovra (in effetti c’è la doppia striscia) costringendoli a restare in fila. Le forze dell’ordine perseguono il reato di disturbo da clacson, inversione a U, ma non il reato di blocco del traffico!

La cosa è strana e chiedo ai “forconi” se hanno osservato le forze dell’ordine e se si sono domandati come mai non li ostacolano. Perché si sono rotti i coglioni pure loro, mi rispondono, guadagnano poco più di mille euro al mese per proteggere il nostro paese, non ce la fanno più, per questo sono con noi, ma non perché sono di destra come alcuni dicono! Vedi quelli vicino all’auto della polizia? sono poliziotti in borghese, di alto livello, ispettori forse. Stanno li e non dicono nulla, ci lasciano fare perché la pensano come noi.

E’ chiaro che questi forconi non hanno mai partecipato a manifestazioni, non hanno idea di come si comporta la polizia con i manifestanti, per loro non c’è niente di strano nel consenso delle forze dell’ordine. Ma stando lì per un pò mi è parso chiaro invece che c’è un preciso ordine dall’alto di lasciarli fare, lasciarli sfogare, anche lasciarli bloccare il traffico per oltre mezz’ora, per poi farlo scorrere  a singhiozzo dando volantini, per poi bloccarlo di nuovo un’altra mezz’ora e oltre, con  il solo risultato di far montare rabbia e disagio negli automobilisti. A un certo punto, verso le otto e mezza, il presidio pareva si stesse sciogliendo, e i manifestanti raccoglievano le bandiere tricolore,quando si avvicina l’ispettore della polizia (o chiunque fosse) e, scambiandomi evidentemente per uno di loro, mi mette la mano sulla spalla quasi affettuosamentedicendo: ragazzi noi ce ne andiamo, mi raccomando raccogliete tutti gli striscioni e manifesti quando smontate.

Prima di andarmene mi dicono di tornare di nuovo, perché saranno lì per altri giorni, chiedo come posso contattarli e mi rispondono ovviamente: vai su internet, noi ci siamo conosciuti e coordinati li sul nostro sito e poi su facebook.

Da questo breve colloquio, e dopo aver spulciato su internet, appaiono chiare alcune cose che fin’ora nessuno ha mai preso in seria considerazione. La classe di appartenenza di questi “forconi” non è semplicemente una borghesia impoverita, di imprenditori e commercianti che si sono accorti che la crisi sta mordendo anche loro, ma sono i recettori di una cultura parallela e anticonvenzionale, fatta di controinformazione, rilevazione di segreti nascosti dai media, complottismo mondiale, medicina alternativa, e così via, che è nata, si è diffusa ed ha spopolato su internet alimentando paure e diffidenze verso istituzioni, banche, politici, scuola, cultura, verso la storia e verso il futuro. Questa cultura è complessa e articolata, contiene elementi fortemente reali e contestazioni legittime, come le critiche al sistema bancario europeo, insieme a un universo immaginifico che arriva a sfiorare la fantascienza collocando le potenti famiglie mondiali, accusate di controllare il mondo, a generare la crisi, come discendenti di ibridi umano alieni che si sono tramandati il potere fino a noi.

Questa sottocultura ha generato paure,  senso di impotenza di fronte agli eventi mondiali, ma anche enormi interrogativi sulle grandi questioni che riguardano pesantemente la vita di tutti i giorni: il sistema monetario è davvero controllato dalle banche? Davvero siamo in una democrazia, o è già tutto deciso a prescindere dal nostro voto? Siamo liberi o sotto controllo? La salute è a rischio perché le medicine sono in mano a multinazionali che hanno interesse a farci ammalare? La storia è andata così come ce la raccontano o ci nascondono qualcosa? I media sono sotto controllo e ci raccontano sempre bugie?

Ad essere più predisposti a subire il fascino di queste controculture internettiane, sono ovviamente quelli che affrontano certi argomenti senza una preparazione di base. Il signoraggio per esempio è una dura messa in discussione del sistema monetario, ma è anche una  gigantesca semplificazione del sistema monetario stesso: infatti, riduce tutto dicendo chele banche diventano ricche perché stampano banconote. Non è ovviamente così, ma far capire a chi non ha nessuna preparazione come funziona realmente un sistema monetario, con questa stessa semplicità con cui viene messo alla berlina, è praticamente impossibile.

Questa sottocultura, grazie soprattutto a internet, si è diffusa e radicata, mescolando elementi reali e critiche legittime ad elementi infondati, che non solo amplificano le paure, ma creano un nemico verso cui indirizzarle: l’Europa soprattutto, lo Stato, il sistema, le banche, i mass media, le potenti famiglie mondiali. Sono loro che comandano, sono loro i colpevoli!

Colpevoli appunto. Colpevoli della crisi. Perché se fin’ora questa classe sociale fatta di imprenditori, commercianti e borghesi benestanti, ha vissuto in un certo agio,  la crisi ha reso incredibilmente reali tutte le loro paure e i loro dubbi. L’universo controculturale veicolato da internet, monopolizzato sapientemente da Grillo prima, e adesso dal movimento dei forconi, diffusosi a macchia d’olio tramite siti e blog di incontrollata autorevolezza, può anche essere tutto falso, ma la crisi, la diminuzione di lavoro, l’aumento delle tasse, il calo dei servizi, la mancanza di un’adeguata risposta della politica, sono inconfutabilmente reali.

Questa matrice culturale è sì frutto della modernità di internet, ma si sposa perfettamente con vecchi retaggi culturali tipici della destranazionalistica, che invoca giustizia sociale, ordine, lavoro, sovranità, patria: non a caso in tutti i presidi sventolano bandiere tricolore, non a caso le forze dell’ordine simpatizzano fortemente con essi. Il loro messaggio è dunque semplice e immediato: via le banche, via i corrotti, sovranità monetaria, no all’Europa. La diffusione e la materializzazione di questa cultura che non è per nulla improvvisa, ma cova da anni,  ha lasciato sbigottita certa sinistra,  che si è vista sottrarre ad un tratto le piazze e le forme di protesta che prima le appartenevano, senza capire che da tempo si è radicata in un intellettualismo asfissiante, che pur riuscendo a cogliere ed analizzare con più dettaglio le ragioni e le dinamiche della crisi, non è stata capace di uscire dal proprio linguaggio  erudito e tecnico, per poter parlare a tutti, lasciando enormi praterie intellettuali colmate da Grillo, i forconi, i complottisti, l’estrema destra, gli euroscettici.

Si può concludere che nonostante le dubbie e poco condivisibili basi ideologiche di questo movimento dei forconi, o coordinamento 9 dicembre, come preferisce chiamarsi, le loro richieste sono legittime: vogliono indietro quel benessere e quella sicurezza sociale di cui hanno goduto fin’ora, ma che la crisi gli sta portando via. La mancanza di una risposta dei politici, e il loro atteggiamento di invasione dei media con promesse di imminente ripresa economica, che puntualmente vengono smentite dalla realtà, non fanno altro che confermargli le loro teorie di manipolazione dell’informazione, complotto dei politici e banchieri ai loro danni, e completa incapacità della classe dirigente del Paese di trovare soluzioni ai problemi.

Se la politica non si affretta a trovare risposte immediate alla crisi, e se la Sinistra non riesce a proporre una replica culturale credibile e praticabile, il movimento è destinato a crescere trasversalmente, raggiungendo conseguenze che un Paese civile farebbe volentieri a meno.

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